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I mufuletti di San Martino, tradizione trapanese
domenica, novembre 10, 2013
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Quando frequentavo le Scuole Elementari, a San Pietro a Trapani, i scole San Petro (allora era il 1°Circolo Didattico, ora chissà come si chiamerà), la maestra ce lo spiegò e da allora ci faccio sempre attenzione. L'11 Novembre è l'estate di San Martino.
E scrivere dei mufuletti, per San Martino, serve a questo... scrivere per tramandare... tramandare per non soccombere alla globalizzazione delle menti!
In effetti, a Trapani, negli ultimi anni, è un po' più difficile notare che ci sia, dato che il clima sembra essersi davvero tropicalizzato al punto da sentire che ancora oggi fa caldo quasi estivo. Beati i trapanesi residenti in città!
E per San Martino a Trapani c'è un'usanza, come per tutte le belle feste della nostra tradizione: i "mufuletti".
I "mufuletti" sono un tipo di pane preparato a Trapani (in altre parte della Sicilia vengono fatti anche per i Morti) per la festa di San Martino. Io ricordo che, fin quando vivevo a Trapani, lo mangiavamo ogni anno. Forse un po' più che un'usanza... L’etimologia potrebbe essere francese da 'muoflette', morbido, o da 'mouflard', paffuto, comunque è un tipo di pane davvero buono come tutto il pane fatto a Trapani e in Sicilia tutta.
Il pane siciliano da solo può sostituire un pasto. Noi lo compravamo in un fornaio in via Mercè (non so se ancora esiste, non ci passo da anni) che aveva la classica vetrina dove in mostra c'era il BendiDio: i vasteddre, u' cucciddrato, i cabbuci, e poi i focaccie, i treccine cu' zuccaro, a pizza ru furnaro (quella che i palermitani chiamano sfinciune)... ho l'acquolina in bocca!!!
Poi ci sono i pani votivi, quello di San Giuseppe e quello di san Biagio, che a Salemi diventano movimento di tutto un paese.
Per me, purtroppo anche quest'anno, i mufuletti rimangono un ricordo di un tempo che non c'è più e che compone solo i miei ricordi, tutti trascorsi a Trapani. O forse, sono un po' più di un semplice e sentimentale ricordo.
Qualche giorno fa, infatti, è stata la festa dei Morti. Certo sembra strano scriverla così, ma molto meglio che dire Halloween... molto meglio che farsi conquistare da feste estranee alla nostra tradizione, ma soprattutto vuote di alcun significato a differenza della festa dei Morti, per esempio, che tradizionalmente aveva il compito di tramandare il ricordo delle generazioni che non c'erano più nel tentativo di dare qualcosa alle nuove. E, quindi, anche a Udine, dove vivo, ho mangiato la martorana e le noci. E mia moglie ha pensato a sistemare sotto il cuscino di nostra figlia u' cannistru, un pacchettino con frutta secca, cioccolatini e altri dolciumi come la frutta di martorana, appunto, portato dai Morti...
Potrà sembrare retrò, ma ci crediamo. Crediamo nel valore delle tradizioni, nel senso dell'appartenenza, non solo geografica ma soprattutto di valori, di credenze, di modi di essere. Trapanesitudine!
1 commenti:
C'è ancora.un panificio in via mercè ma non so se è lo stesso ;)
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