giovedì 27 novembre 2008

Il campetto dei sogni di noi piccoli trapanesi

C’è una frase che proprio non mi va giù. Credo che quasi tutti i trapanesi l’abbiano sentita al proprio indirizzo almeno una volta nella vita: “Tantu unnu sai chi è sempri comu vonnu iddri…”

La frase più odiosa, irritante, insulsa, ma, purtroppo, drammaticamente più significativa ed esplicativa dei modi di fare e di pensare – in una parola, la mentalità – della nostra Trapani.




La storia che vi racconto è di qualche anno fa, 25 all’incirca (’88 o ’89). Allora credevo più "sfacciatamente” nei sogni. E credevo nella possibilità di poter giocare in un bel campetto verde, come quelli che si vedevano in tv. Credevo di poter risolvere quello che era uno dei problemi più importanti per me e per il gruppo di miei coetanei con una semplice lettera: il campetto di calcio!
Non si poteva certo continuare a tirare calci al pallone sul marciapiede davanti la chiesa di quartiere (S.Pietro), scambiati per teppistelli, intenti alla “demolizione” di auto (anche costosissime) di signori avvocati, giudici e impegnati uomini trapanesi!!!

Allora, io e qualche altro ragazzino (mio fratello Marco, Fabio, Roberto) fummo ricevuti dal Sindaco Augugliaro, che si impegnò pubblicamente a stanziare parte dei soldi, destinati a chissà quale altro progetto, nella realizzazione di un campetto di calcio e infrastrutture connesse, nella zona dell’ex chiesa prefabbricata di S.Pietro. Oggi, al posto del campetto è stato realizzato l’ascensore per l’accesso al Bastione dell’Impossibile (che per noi era “il maresciallo”… ma questa è un’altra storia!) e nessuna struttura per bambini, ragazzi o anziani è esistente o forse è mai esistita. Così, il quartiere si è svuotato e la criminalità trova terreno fertile.

Una buona casa si regge su buone fondamenta, ma, evidentemente, a nessuno interessa dove vivere in futuro. Lo sviluppo di un territorio si nota e si produce attraverso questo tipo di interventi che garantiscono aggregazione e non degrado, cultura e non disinteresse, futuro e non oblio.

Me lo ricordo ancora quel signore che mi disse quel seccante detto. Io non risposi, ma pensai: “Si, si… parla, parla… poi viremu quannu fanno u campu”. Devo pensare che aveva ragione lui?
È ovvio che non credo ciò, ma l’evidenza dei fatti dice che Trapani (ma il fenomeno riguarda un po’ tutto il Paese) vive ancora questa stagione di sonnambulismo della cultura. Lo dimostra, per esempio, la questione “Luglio musicale”: il quasi totale disinteresse della cittadinanza, di fronte alla possibile scomparsa dell’antico Ente trapanese, dà il polso di una città interessata a lustrarsi per bene per i suoi turisti (e non critico ciò), ma poco attenta ai suoi figli.

Forse, siamo destinati a rimanere terra di conquista, capace solo di offrire i suoi frutti e non, invece, di gestirli e di amministrarli a nostro vantaggio?
“Tantu unnu sai chi è sempri comu vonnu iddri…”
No, non credo sia sempre come vuole qualcun altro... ma purtroppo quel signore, ad oggi, ha ancora ragione.


2 commenti:

Unknown ha detto...

Il tuo post è significativo e sentito, come tutto il blog del resto... però sei troppo pessimista. Ti assicuro che da qualche parte a Trapani questo detto non vale!!! Per quanto rigurda l'esempio del luglio musicale non è esattamente un buon esempio... in pochi anni hanno dilapidato miliardi, spendendo e spandendo per extra e necessità private (informati meglio) e ora a quanto pare (si vocifera) che il COMUNE abbia messo in vendita PALAZZO LOCATELLI (si proprio quello, dove dovevano fare il teatro...) per ripianare il debito dell'ENTE LUGLIO MUSICALE... brutta storia!

Anonimo ha detto...

Intanto, grazie per avermi letto e dedicato tempo... e scusa il ritardo.
Sul Luglio credo che mi hai frainteso perchè lo citavo come esmpio di disintersee collettivo... cmq mi sto documentando sulla storia.
Voglio dirti però che non sono assolutamente pessimista, anzi mi preparo (purtroppo a distanza!) per il garantire futuro alla mia città.
Grazie ancora e spero continuerai a leggermi e commentarmi. Ciao, alla prossima.

P.S. mi dai l'indirizzo di un tuo blog?