domenica 28 ottobre 2012

Arrivao spacase!

Negli anni Novanta, il pomeriggio nel vecchio Rione San Pietro, a Trapani, c'era una comitiva di ragazzini, che, dopo scuola, dalle tre alle otto - d'estate dalla mattina alla sera! - animavano le vie del quartiere e gli animi della gente che lo abitava.

Mizzica, ma como èmu a fari pi pigghiare a palla?

A quanti conoscono poco o non conoscono il posto sarà sicuramente difficile sapere che, in quell'angolo di centro storico trapanese, sul muro del palazzo adiacente alla chiesa i ragazzini avevano disegnato un rettangolo con la vernice: due pali e una traversa, ovvero una porta di calcio!

Il problema non era soltanto che non avevamo un campetto dove giocare. Lo spazio dedicato al calcio, infatti, ce lo eravamo ricavato tra le macchine parcheggiate e il portone di entrata della chiesa di San Pietro a Trapani, su quel marciapiede stretto e lungo che fu il nostro "San Siro", almeno per tutta l'adolescenza.

Poco importava se, all'interno di questa porta "verniciata" sul muro del palazzo adiacente alla chiesa, c'era il portone d'ingresso di quel palazzo, abitato da alcune famiglie e poco importava se, sopra la traversa, c'era un balcone, dentro il quale, un tiro si e un tiro no, finiva il pallone.

Come recuperarlo?

La prima volta che successe, s'arrimpicò a prenderlo un ragazzo un po' più grande del gruppo di noi altri, che  da buon trapanese si annunciò:

Ora c'acchiano iò! - disse.


Arrivao spacase! - rispose Tore 'u Messicano, mitico barista della torrefazione Messican Caffè di Corso Italia.


Quale esclamazione descrive meglio i trapanesi? Pochi altri detti del nostro dialetto hanno la capacità di sintetizzare modi di fare, di pensare e di dire di un'intera città. Un modo di dire che contiene molto più di quello che in apparenza lascia intendere.

Spacase, infatti, deriva dalla distorsione del nome della cittadina tunisina Sfax e delle coste antistanti, dove i corallai trapanesi del '600 e del '700 andavano a raccogliere il corallo. Trattandosi spesso di acque tempestose, chi riusciva nell'impresa di inabissarsi per la raccolta era quasi un eroe e al ritorno si vantava delle sue imprese.


Motivo per cui, quindi, a Trapani, quando qualcuno ha voglia di fare o fa lo sborone gli si dice: Arrivao spacase!

Sfax: città metropolitana del sud della Tunisia, dove i nostri antenati Trapanesi andavano per raccogliere il prezioso corallo rosso.

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